Hardcore, storia

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DjRockeR
view post Posted on 5/2/2008, 15:40




L'hardcore punk è un sottogenere del punk rock che si è sviluppato negli Stati Uniti d'America intorno alle città di Los Angeles poi Boston, Washington DC e New York e contemporaneamente in Inghilterra (UK 82) all'inizio degli anni ottanta.
L'hardcore punk non va confuso con la musica cosiddetta hardcore da discoteca (techno hardcore).
genere deriva direttamente dal primo punk rock. Le caratteristiche principali sono spesso l'alta velocità della musica, il cantato urlato o in "scream" le sonorità più aggressive e distorte.

I testi sono generalmente attenti a questioni legate all'insofferenza alla vita contemporanea, a problemi sociali e individuali. Particolarmente interessanti sono le già citate forme che hanno preso le correnti anarcho punk e straight edge, che rifiutano totalmente la visione dei primi punk, aderendo ad uno stile di vita salutista, ambientalista, animalista e talvolta pacifista, vegetariano o vegano.

Nonostante ciò, alcune forme di hardcore, come lo street punk (di cui solo una parte è hardcore punk), si promuovono come continue della visione nichilista tipica di alcuni gruppi punk 77 britannici, come ad esempio i Sex Pistols.

Il genere comincia a svilupparsi simultaneamente sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti a cavallo tra i fine anni settanta ed i primi anni ottanta. Nonostante gli esponenti di questo genere spesso connotassero atteggiamenti nichilisti ed autodistruttivi tipici del genere, una parte di esso, in Gran Bretagna l'anarcho punk e negli Stati Uniti lo straight edge, si distaccò notevolmente da questa filosofia, e cominciò ad interrogarsi sulle problematiche sociali, economiche e politiche anche in maniera costruttiva e coerente.

L'hardcore punk si svilupperà notevolmente negli anni ottanta, considerati gli anni d'oro del genere che si sviluppò al di fuori dal mainstream, ma si proporrà invece come un fenomeno underground e al di fuori dal commercio. Con gli anni verranno a svilupparsi diversi sottogeneri e filosofie relative a questo sottogenere del punk rock. Verso i fine anni ottanta e primi anni novanta, il melodic hardcore punk cominciò ad acquisire notorietà partendo dagli Stati Uniti e poi in tutto il mondo. Nonostante questo sottogenere cominciò a diventare popolare, il genere nelle sue forme classiche manterrà in parte la sua anticommercialità. Anche se da una parte, anche questo genere, come la scena punk in generale, cominciò a farsi conoscere su larga scala, dando inizio ad una tendenza al punk rock che continua tutt'oggi.

l'Italia fu un punto molto importante dell'hardcore punk mondiale. Infatti la scena italiana degli anni 80 era apprezzata e seguita dai punk di tutto il mondo, persino da quelli inglesi e americani. Numerosi sono i gruppi italiani si sono imbarcati in vari tour europei e americani, circa duecento dischi prodotti anche da etichette indipendenti di tutto il mondo (soprattutto americane, inglesi, tedesche e olandesi); addirittura nel 1987 Vogue ha dedicato un pezzo alla scena con tanto di foto (Indigesti durante uno show in Germania) e ancora oggi sulle riviste di settore si possono leggere interviste a gruppi hardcore punk famosi&stranieri che citano come fonte di ispirazione le bands italiane di quegli anni (Raw Power, Negazione, Indigesti, C.C.M., Wretched...). Fatto curioso è che in Italia il "fenomeno" è passato quasi del tutto inosservato o quasi sempre mal interpretato. C'era gente ignara del fatto che nell'edificio occupato accanto al loro palazzo di periferia dei giovani incazzati col mondo e vestiti di borchie si schiantavano, durante dei veri concerti hardcore, su vetri di bottiglie o che si aprivano ferite sul corpo con lame di vario tipo. Oppure, soprattutto alle prime apparizioni nelle strade delle città italiane, i punk venivano scambiati per bulli di destra (spesso erano vestiti di nero, alcuni primissimi punk portavano svastiche provocatorie), nazisti-fascisti o delinquenti-tossici e di conseguenza attaccati (e bastonati)sia da autonomi e compagni di vario genere che dai fascisti e naziskin. L'hardcore punk italiano non è stato solo musica, anzi per la maggior parte dei gruppi la musica era "soltanto" un mezzo per poter esprimere (urlare) le proprie idee. La maggior parte dei punk di allora si dichiarava anarchica militante, altri invece erano totalmente apolitici e tendenzialmente libertari, altri profondamente autodistruttivi, nichilisti e "no future", altri erano non violenti, pacifisti, vegetariani e animalisti, altri ancora seguivano la "linea diritta" tracciata dai primi gruppi hardcore americani come i seminali Minor Threat di Washington DC che cercavano di ribaltare la visione del punk che il '77 aveva creato attraverso i Sex Pistols ed il "punk-and-destroy". In realtà, tra le varie correnti non c'era una separazione netta, al contrario la scena era molto unita e le collaborazioni tra gruppi e le altre molteplici realtà legate al punk erano intense e continue. Le produzioni dell'epoca erano finanziate dai gruppi stessi, da etichette indipendenti legate comunque al circuito antagonista o da veri e propri collettivi che si davano da fare (organizzando soprattutto concerti) per raccimolare i soldi che sarebbero serviti al gruppo per far uscire il disco. C'è da considerare che i punk italiani sono sempre stati ostili ai vari mass media, odiavano i giornalisti (quelli musicali gli davano la caccia), non rilasciavano interviste se non a fanzines autoprodotte legate alla scena e vendevano le loro produzioni (dischi, tapes, magliette, toppe, spillette...) a prezzi politici al di fuori del normale circuito commerciale dei negozi. Tutto all'insegna del "do it yourself" come scelta di vita al di fuori di un sistema che non li rappresentava.Importantissime per l'hardcore/punk sono le fanzine autoprodotte Spesso scritte a mano, fotocopiate o ciclostilate in proprio e distribuite nei circuiti per posta o per passamano. Il termine deriva da Fan Magazine, ed indica delle pubblicazioni realizzate da chi segue e supporta la scena hardcore, punk o punk rock. Tra le più importanti a livello mondiale Maximum Rock'n'Roll e Flipside, a livello italiano riconrdiamo "Dudu" (prima fanzine punk italiana che tramuterà il nome in "Pogo") e "Anti Utopia" di Milano, "Subvert" di Collegno (TO), "Attack" di Bologna, "Linea Diritta" di Segrate (MI), "Disforia" di Torino, la trilogia romana de "La Parrocchia / La Pernacchia / La Pannocchia" e "Punkaminazione", una sorta di bollettino di coordinamento tra le varie realtà punk italiane. A Como, poi, c'era T.V.O.R. (Teste Vuote Ossa Rotte) che, prima fotozine poi etichetta discografica indipendente, ha prodotto e ristampato alcune chicche dell'hardcore italiano. Chi scriveva sulle fanzine, quasi sempre suonava in qualche gruppo, organizzava concerti, autoproduceva dischi, distribuiva materiale autogestito, occupava. Era, insomma, pienamente dentro la scena. Non c'era alcuna concessione all'industria discografica o editoriale, nessun copyright, il fine era la libera e spontanea diffusione delle idee. Il . Le fanzines contribuirono e contribuiscono tuttora non solo a far conoscere nuovi gruppi al pubblico hardcore, ma sono anche un'importante vettore di idee ed iniziative, rivolte verso la scena hardcore punk stessa. Trovano spazio,infatti,in queste pubblicazioni non solo recensioni di dischi e pubblicità di etichette DIY, ma anche articolo che analizzano la situazione socio-politica sia a livello nazionale del luogo di pubblicazione della fanzine, sia a livello della situazione internazionale. Temi ai quali la filosofia stessa hardcore punk è legata a doppio filo fin dai primi anni ottanta (contro il sistema militare, la vivisezione, le multinazionali, il nucleare...)Il periodo migliore dell'hardcore italiano (the furious years) è iniziato nel 1982 e si è concluso nel 1987. Breve ma intenso. I dischi, tutti stampati in tirature limitate che vanno dalle 500 alle 2.500 copie (la media era 1.000), sono ormai introvabili se non alle varie fiere del vinile a prezzi stratosferici (oggi fa sorridere leggere i vari "non pagare più di lire 1.500, 2.000, 2.500..." stampati sulle cover). La grafica è quasi sempre minimale, rozza ma piena di rabbia sincera e creatività. Alcuni dischi hanno copertine bellissime, altri orrende. Le band, le etichette, le fanzine, i posti in cui si suonava o ci si aggregava hanno raggiunto nel corso degli anni 80 un numero molto consistente, creando una rete sotterranea di comunicazioni tra le varie scene o realtà italiane.



 
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touppruro
view post Posted on 10/3/2014, 15:10




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